Lesta Sinutre,un’opera d’arte in sinergia.
PHOTO CREDIT: MIRKO TURINI
Ho avuto il privilegio di ascoltare i Lesta Sinutre, in anteprima e da subito sono coesistite in me la conferma di alcune aspettative ma anche lo stupore perché non avrei potuto immaginare una cosa del genere.
Io, che da sempre mi diverto a fare la talent scout musicale, andando alla ricerca di band sconosciute facendo pronostici, sono sempre riuscita a riconoscere i gruppi che avessero stoffa e che prima o poi hanno avuto davvero successo. Forte di questa mia esperienza, penso ora che Lesta Sinutre rappresentino una neo-avanguardia nel panorama musicale pop-rock italiano contemporaneo: non saranno i primi e non saranno gli ultimi a condurre questo tipo di esperimento, ma lo hanno fatto veramente bene e introducendo elementi di originalità!
La cosa che mi ha colpita e- è il caso di dirlo - estasiata è il fatto che la musica rispecchi in pieno le poesie. Chi l’ha composta non poteva non comprendere veramente in profondità i testi. A proposito di questi ultimi, ho sempre pensato che la poesia di Laura Bertolini avesse anche un destino musicale e fosse fatta per confluire, per allacciare, per legare le varie arti in libertà. Libertà perché si sente che la poesia di Laura ha una profonda autonomia e una profonda identità. E c’è questo incontro che è morbido, avvolgente, come un “cullarsi”. Ci sono pezzi come Ottobre e Nel cuore di una Groupie, che sembrerebbe proprio di visualizzarli per l’intensità delle loro immagini... Si sente in profondità anche il passato teatrale della Bertolini. C’è un matrimonio perfetto tra linea melodica e il parlato e ritengo che questa cosa abbia due esiti possibili: o finirà talmente nella nicchia da non riuscire a venire fuori, o dovrà assolutamente avere successo. In alcune sonorità risento alcuni album dei Bluvertigo, altre scavano nel post-grunge, e, in generale, vari rimandi a un’ampia cultura musicale: c’è sentimento e voglia di sperimentare, ma senza rinunciare alla ricerca dell’equilibrio. Chi invece è abituato a fare della musica un commercio ed è abituato ad ascoltare canzonette, o peggio non ascolta musica, non sarà in grado di orientarsi all’interno di dei Lesta Sinutre, perché sono un’opera d’arte in movimento, in sinergia. La voce di Laura è profonda, penentrante, sensuale e le parole, che già erano state scelte con particolare cura, amore ed equilibrio, recitate così, con questa musica che ci si accompagna bene, acquisiscono una tridimensionalità inedita.
I complimenti vanno quindi anche a Davide Salvatori perché il confine tra la bravura e l’essersi trovati, che è una fortuna e un privilegio, è un confine labile. Io non so dove finisca una e dove cominci l’altro. Probabilmente nell’unione artistica di Laura e Davide c’è anche un destino, e per questo auguro loro di andare avanti così, è veramente una cosa GRANDE. Complimenti ragazzi.
Nata in Toscana nel 1982, dottorato in Sociologia, condivide l’idea che l’attivismo sia l’affitto da pagare per vivere su questo pianeta. Attivista da sempre nell’ambito delle pari opportunità al femminile, è sensibile al problema della tutela dei beni naturali e culturali, nonché a quello della preservazione della Pace. Dà ragione a Dostoevskij quando sostiene che un giorno la bellezza salverà il mondo: per questo ricerca il bello nelle sue varie manifestazioni, e prova a contribuire al processo catartico creando bellezza a sua volta.